Cinquataquattro Paesi, 414 candidature, 174 come team e 240 come individui singoli, per un totale di 619 persone. Tutte con un obiettivo: partecipare a TechPeaks, il nuovo acceleratore di talenti promosso da Trento RISE con la collaborazione di Trentino Sviluppo e la consulenza di Earlybird Venture Capital.
Qui l’elenco dei partecipanti che sono stati selezionati per il programma
Risposta positiva, dunque, per il bando lanciato il 18 gennaio e chiusosi il 5 aprile scorso, finalizzato a selezionare attraverso criteri altamente meritocratici un numero massimo di 100 persone, per poi individuare e lanciare fino a trenta progetti imprenditoriali in ambito ICT. I numeri dell’iniziativa sono stati presentati dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher, e dal presidente di Trento Rise, il professore Fausto Giunchiglia.
Obiettivo di TechPeaks e di Trento RISE è contribuire a rendere più competitiva l’economia trentina e offrire un’opportunità a chi ha talento, attirando giovani tecnologi da ogni angolo del mondo, e facendo del territorio un hub europeo delle start-up nel settore delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).
TechPeaks mira a creare in Trentino oltre 100 start-up in quattro anni. Contribuendo a rafforzare quell’ecosistema dell’innovazione cruciale per trasformare il Trentino in una vera e propria knowledge economy, un’economia della conoscenza competitiva a livello globale. Perché oggi, con l’emergere di nuovi giganti commerciali come la Cina o il Brasile, solo le economie in grado di generare prodotti e servizi innovativi, e ad alto valore aggiunto, riescono a crescere. Garantendo occupazione e benessere alle famiglie, e prospettive di sviluppo alle imprese locali.
TechPeaks è un programma pubblico made in Trentino, ma di ampio respiro: non a caso il suo obiettivo è attirare nella nostra provincia i migliori talenti internazionali nel settore, ogni giorno più strategico, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT). A tutto vantaggio del Trentino, territorio dalla grandi potenzialità ma piccolo, e che ha bisogno di tutto il talento, tutta la creatività e tutta l’imprenditorialità possibili per continuare sulla traiettoria di uno sviluppo avanzato. D’altra parte già oggi il settore dell’ICT dà lavoro a oltre cinquemila persone sul territorio, inclusi circa ottocento ricercatori.
Le richieste di partecipazione a TechPeaks sono giunte non soltanto dal Trentino e dal resto d’Italia, ma da tutto il mondo. Che guarda al nostro territorio come a un promettente hub dell’innovazione e della nuova imprenditoria tecnologica. Sono ben 53 le nazionalità tra chi ha fatto domanda. In testa naturalmente c’è l’Italia, seguita da Russia, Ucraina, Stati Uniti e Regno Unito. Insomma, non sono gli italiani i soli a crederci.
Gran parte delle domande sono state presentate da laureati o laureandi, con una forte predominanza di ingegneri, informatici e designer. L’età media è di 29 anni, circa il 15% sono donne. E in effetti uno degli obiettivi di TechPeaks è offrire opportunità imprenditoriali ai giovani talenti, abbassando le barriere economiche, culturali e psicologiche che separano le migliori menti dalla filiera dell’innovazione.
In un momento di grave crisi occupazionale tra i giovani, insegnare come trasformare le proprie competenze tecnico-scientifiche (e magari anche la propria idea di business) in una startup ICT capace di scendere nell’arena dei mercati globali, può essere un modo per offrire una prospettiva concreta in più alle nuove generazioni.
TechPeaks può poi costituire un incentivo a dedicarsi a un settore, quello dell’ICT, dove nella sola Europa mancano ben 400mila esperti (numero destinato a raddoppiare nel giro di due anni). Ancora, TechPeaks ha l’ambizione di contribuire a diffondere in Trentino, e in particolare tra i giovani, una nuova cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione.
Il 7% degli studenti dell’ateneo trentino è straniero (una percentuale ben più alta della media nazionale), e Trento è sede, al pari di capitali nordiche come Berlino, Stoccolma ed Helsinki, di uno dei sei nodi ICT dello European Institute of Innovation and Technology voluto da Bruxelles per rendere l’Europa più competitiva e innovativa.
TechPeaks è internazionale nella sua stessa struttura. Tra i mentori che vi partecipano, e che dovranno preparare i partecipanti alle sfide da superare per costruire una startup di successo, vi sono personalità di assoluto rilievo nel settore ICT, come il francese Renaud Visage, cofondatore della nota piattaforma Eventbrite; il russo Arkady Moreynis, di Plug and Play Russia; gli americani Andy Parsons, cofondatore di Happify, ed Evan Nisselson, mentore tra l’altro a SeedCamp. Ancora, sono partner di TechPeaks poli dell’innovazione come il superacceleratore made in USA Founder Institute, Mind the Brige, Seedcamp, Eleven, H-Farm e iCatapult.
Insomma, se al programma TechPeaks sono bastati pochi mesi per emergere su una scena startup globale affollata, e dove la caccia al talento è sempre più intensa, hanno giocato un ruolo cruciale sia le condizioni vantaggiose offerte ai candidati selezionati (vitto, alloggio, supporto economico, mentori di caratura internazionali, spazi di lavoro), sia l’attrattività di un territorio dal grande potenziale. Un territorio che ha deciso di scommettere su alta formazione, ricerca e innovazione e che, lo confermano gli articoli su testate come il Wall Street Journal, inizia a raccogliere i frutti di questa scommessa.
Il Trentino stesso, a sua volta, sarà infatti beneficiato dal programma in vari modi. È stato previsto, per esempio, che i partecipanti a TechPeaks non debbano solo risiedere nella provincia, pena l’esclusione dal programma, ma anche partecipare ad attività di ricaduta sul territorio, per un minimo di 20 e un massimo di 50 ore: è la cosiddetta “Restituzione al Territorio” che avverrà, per esempio, attraverso incontri con gli studenti degli istituti superiori trentini, e che è finalizzata a diffondere una nuova cultura innovativa e promuovere una visione globale nella nostra provincia. Ancora, TechPeaks mira a creare start-up che rimangano sul territorio, generando ricchezza e posti di lavoro qualificati, in primo luogo per i laureati dell’Università degli Studi di Trento. Gli studi lo confermano: ogni posto di lavoro high tech ne crea, nel medio-lungo periodo, altri cinque in settori produttivi diversi (dal settore legale a quello della ristorazione, dal turismo alla salute).
Infine, il pool di talenti attratti dovrebbe rafforzare le imprese ICT locali, che possono incontrare difficoltà nel reclutamento di nuovo personale altamente qualificato. E l’apporto creativo dei nuovi venuti dovrebbe giovare ai ricercatori e agli studenti del territorio, perché la ricerca e l’accademia hanno costante bisogno di idee nuove e di entusiasmo.
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