Space for Imagination, l’acceleratore di Djungle Studio

Space for Imagination è il nome dell’acceleratore di Djungle Studio che ha iniziato a operare a settembre 2024 e che ha la caratteristiche di accelerare startup early stage che hanno la possibilità di lavorare fianco a fianco dello startup builder (ne scrivemmo qui ). 

Alessandro Nasi, fondatore di Djungle Studio (nella foto), ha chiamato Alessandro Annovi ad assumere la carica di CEO di Space for Imagination coadiuvato da Hoang Huynh e Gianluca Manitto, nonché dal Comitato di investimento che ha un ruolo fondamentale nel dare degli input precisi alle startup su modelli di business e i piani di crescita che le startup dovranno attuare grazie al supporto del programma ed è composto da Emanuele Fontani che lo coordina e da Fulvio Vanacore, Salvatore Loreto, Flavio Gregori, Massimo Tamagnone, Sandro Cappiello,Giulietta Testa e Carlo Furgiuele. 

Il progetto nasce con il primo Launcher Program dedicato a startup che vogliono risolvere gli aspetti più critici del modello di business e diventare investor ready e con un obiettivo di raccolta di almeno 500mila euro in investimenti durante il programma che ha una durata di nove mesi con una serie di checkpoint intermedi che decidono la permanenza nel programma che si articola su tre batch da cinque startup ciascuno ogni anno. 

“L’elemento differenziante, oltre alla contiguità con lo startup studio e le sue risorse e connessioni, è il fatto che il programma è costruito sulle startup con un approccio pratico e personalizzato su settore, reali bisogni e grado di maturità di ciascuna startup – dicono a Startupbusiness Nasi e Annovi – Il percorso adotta la medesima metodologia comprovata dello startup builder che mette a stretto contatto i partecipanti con altri fondatori, imprenditori e investitori.  Space for Imagination si propone come piattaforma ideale anche per le corporate che desiderano operare nell’ambito dell’open innovation e che hanno la possibilità di sponsorizzare il programma ed avere diversi livelli di coinvolgimento: dal branding sull’open innovation, alla formazione per il team, alla visibilità su startup di settore alla costruzione ad hoc del programma”.

Il programma applica una logica no-equity e si sostiene sia attraverso la partecipazione degli sponsor a vario livello, sia sulle fee a seguito dei capitali raccolti dalle startup, inoltre è stata avviata un’attività di partnership con realtà che hanno specifiche competenze in ambito, per esempio, tecnologico e di marketing al fine di fornire alle startup un supporto completo in ogni aspetto. I settori a cui si bada maggiore attenzione, ma non esclusivi, riguardano il software e il digitale in generale e in particolare le tecnologie a supporto di attività con modelli BtoC, della gestione delle risorse umane e nell’ambito dell’entertainment. “Al momento ci concentriamo su startup early stage (che possono candidarsi qui, ndr) che hanno sede in Italia e abbiamo progettato il programma per essere solo parzialmente residente con almeno una giornata da trascorrere presso la sede di Djungle a Torino che riteniamo importante per potere trarre il massimo dall’interazione con l’ecosistema dello startup studio”.

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